Assegno di Inclusione: requisiti e domanda

L’assegno di inclusione è la nuova misura di sostegno economico e sociale destinata ai nuclei familiari in difficoltà, introdotta dalla legge n. 85/2023. Più che un semplice contributo, rappresenta un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa, con requisiti precisi e obblighi di attivazione. In questo articolo scoprirai chi può richiederlo, come funziona la domanda online tramite la piattaforma SIISL, cosa comporta il Patto di Attivazione Digitale, e quali sono le condizioni da rispettare per ricevere e mantenere il beneficio ogni mese. Tutto quello che devi sapere, spiegato in modo chiaro.

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Publié le 13 giugno 2025 , par Huda Akhoudam

Temps de lecture : 5 minutes

Sommaire :

 Cos'è l'assegno di inclusione

L’assegno di inclusione è una misura introdotta per garantire un sostegno economico e un percorso di accompagnamento sociale ai nuclei familiari che si trovano in una situazione di vulnerabilità. Pensato come strumento strutturale contro la povertà, l’emarginazione e la disoccupazione di lungo periodo, rappresenta il fulcro delle nuove politiche di welfare attivo.

Rispetto alle misure precedenti, come il Reddito di Cittadinanza, l’assegno di inclusione punta a un modello di assistenza basato sulla corresponsabilità: i beneficiari, infatti, sono tenuti a partecipare a progetti personalizzati di inclusione lavorativa e sociale. Questo approccio mira a valorizzare le potenzialità di ciascun individuo, favorendone l’autonomia economica attraverso percorsi di formazione, tirocini o inserimenti professionali.

Per poter accedere all’assegno di inclusione, è necessario soddisfare precisi requisiti legati alla cittadinanza, al reddito e alla composizione del nucleo familiare. La misura si rivolge in particolare a famiglie con minori, persone con disabilità, over 60 e soggetti in condizioni di fragilità certificata.

 

A chi é rivolto l’assegno di inclusione

L’assegno di inclusione è destinato a specifiche categorie di cittadini che si trovano in condizioni di svantaggio economico e sociale. Il beneficio è rivolto principalmente al nucleo familiare che include almeno un componente con età pari o superiore a 60 anni, un minore, una persona con disabilità grave, oppure un soggetto inserito in programmi dei servizi sociali per l'inclusione sociale e lavorativa.

Per accedere alla misura: 

  • Il reddito familiare deve essere pari o inferiore a 6.000 euro annui, incrementato in base alla scala di equivalenza che considera la composizione del nucleo. In alcuni casi specifici, il limite può essere superiore a 7.500 euro annui, ad esempio in presenza di componenti con disabilità. In ogni caso, il patrimonio e il reddito devono rispettare soglie precise, evitando valori superiori a 30.000 euro per il patrimonio immobiliare.

 

  • L’importo dell’assegno di inclusione varia in funzione dei bisogni e della situazione del nucleo, arrivando a coprire fino a 500 euro ogni mese, con maggiorazioni previste per affitti e famiglie numerose. I componenti del nucleo familiare devono sottoscrivere un patto di attivazione digitale, che avvia un percorso di supporto alla formazione e alla ricerca di lavoro, spesso in collaborazione con i servizi del territorio.

Questa misura sostituisce il Reddito di Cittadinanza, ponendo un maggiore accento sull’impegno attivo dei beneficiari, che devono aderire a progetti di attivazione sociale e lavorativa per mantenere il beneficio economico.

 

Cosa si può fare con la carta ADI o Carta di Inclusione 

L’assegno di inclusione viene erogato attraverso un'apposita Carta di Inclusione, comunemente chiamata Carta ADI. Si tratta di una carta elettronica prepagata, rilasciata da Poste Italiane, che permette ai beneficiari di gestire il beneficio economico in modo tracciabile, nel rispetto delle regole previste dalla normativa. Ogni ricarica mensile corrisponde all’importo spettante in base alla scala di equivalenza e alla composizione del nucleo familiare.

Cosa si può fare con la Carta ADI?

Grazie alla Carta ADI, i titolari dell’assegno di inclusione possono:

  • acquistare beni e servizi di prima necessità nei negozi abilitati al circuito Mastercard sul territorio italiano;
     
  • pagare il canone di affitto o la rata del mutuo tramite bonifico SEPA o Postagiro eseguibile presso gli uffici postali;
     
  • saldare bollette domestiche mediante bollettini o MAV postali, accedendo anche agli sconti previsti per le famiglie con basso reddito familiare;
     
  • prelevare contanti entro i limiti stabiliti dalla legge.

     

Limiti di prelievo in contanti

Il prelievo mensile in contanti tramite Carta ADI è consentito solo entro soglie definite:

  • massimo 100 euro ogni mese, moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza, fino a un tetto massimo di 2,2 (aumentabile a 2,3 in caso di disabilità grave);

     
  • se la Carta ADI è assegnata a più componenti maggiorenni del nucleo familiare, ciascuno può effettuare un prelievo autonomo entro i limiti previsti.

     

Cosa non si può acquistare con la Carta di Inclusione?

L’utilizzo della Carta ADI è soggetto a restrizioni importanti. Non è possibile acquistare:

  • giochi d’azzardo, scommesse, tabacchi, alcolici o articoli di lusso;

     
  • armi, fuochi d’artificio, prodotti per adulti, servizi finanziari o assicurativi;

     
  • beni venduti all’estero, tramite e-commerce;

     
  • prodotti presso esercizi commerciali specializzati in categorie escluse.
     

La Carta ADI non può dunque essere utilizzata per tutte le spese, ma esclusivamente per finalità compatibili con i principi di inclusione sociale previsti dalla misura.

 

Requisiti e condizioni dell’assegno di inclusione

Per beneficiare dell’assegno di inclusione, non basta rientrare nelle categorie prioritarie: è necessario rispettare un insieme articolato di requisiti economici, patrimoniali e amministrativi, oltre a condizioni legate all’impegno attivo del nucleo familiare nella partecipazione ai percorsi di inclusione sociale e lavorativa.

Requisiti economici e patrimoniali

Tra i principali criteri da soddisfare per accedere all’assegno di inclusione, troviamo:

  • L' ISEE  del 2025 aggiornato inferiore a 9.360 euro;

     
  • un reddito familiare annuo pari o inferiore a 6.000 euro, elevabile a 7.560 euro in presenza di componenti con disabilità o over 67;

     
  • un patrimonio mobiliare che non superi 6.000 euro, con soglie incrementate in base alla scala di equivalenza e alla composizione del nucleo;

     
  • un patrimonio immobiliare, esclusa l’abitazione principale, non superiore a 30.000 euro.

     

Condizioni di residenza e cittadinanza

Oltre ai requisiti reddituali, l’assegno di inclusione impone condizioni precise sul piano anagrafico:

  • Il richiedente deve essere cittadino italiano, europeo o familiare con diritto di soggiorno, oppure titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo
  • É richiesta la residenza in Italia da almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 in modo continuativo.
     

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Obblighi di partecipazione attiva

L’assegno di inclusione non è solo un beneficio economico, ma una misura che richiede l’impegno concreto dei beneficiari in percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Chi riceve l’ADI deve aderire a un progetto personalizzato, costruito in collaborazione con i servizi competenti, attraverso la sottoscrizione di due patti fondamentali:

  • Patto di Servizio Personalizzato (PSP): obbliga i beneficiari attivabili al lavoro a rivolgersi ai Centri per l’Impiego, partecipare a percorsi di formazione, accettare offerte di lavoro congrue e intraprendere azioni concrete per l’inserimento lavorativo.

     
  • Patto per l’Inclusione Sociale (PaIS): pensato per i nuclei familiari in condizione di vulnerabilità sociale, prevede un percorso coordinato con i servizi sociali, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita e all’autonomia personale.

     

Devono sottoscrivere uno o entrambi i patti i membri del nucleo familiare:

  • con età pari o superiore a 18 anniinferiore a 60 anni,

     
  • che abbiano responsabilità genitoriali,

     
  • e che non siano esonerati per motivi di disabilità, malattia o lavoro.

     

Attivazione lavorativa: obblighi e sanzioni

I soggetti considerati pienamente attivabili devono:

  • iscriversi ai Centri per l’Impiego;

     
  • seguire misure di politica attiva, come corsi di formazione, laboratori, tirocini;

     
  • accettare offerte di lavoro compatibili con la loro esperienza, pena la perdita dell’assegno di inclusione.

     

Attivazione sociale: percorsi e supporto

Per coloro che non sono immediatamente occupabili, ma che non rientrano nelle categorie esonerate, è previsto un obbligo di attivazione sociale, con un accompagnamento personalizzato da parte dei servizi territoriali. Anche in questo caso, la partecipazione è necessaria per continuare a ricevere il sostegno.

Quali opportunità offre l’assegno di inclusione?

Attraverso questi percorsi, i beneficiari dell’assegno di inclusione possono accedere a:

  • Corsi di formazione professionalizzante
     
  • Supporto nella ricerca attiva di lavoro
     
  • Progetti utili alla collettività, in collaborazione con enti pubblici e del terzo settore
     
  • Incontri periodici con i servizi sociali per monitorare i progressi
     
  • Piani individuali di inclusione sociale, costruiti sulle reali esigenze del nucleo
     

L’intero sistema si fonda sull’attivazione delle risorse individuali e collettive, in un’ottica di corresponsabilità tra beneficiario e Stato.

 

Come fare domanda per l’assegno di inclusione? 

Presentare domanda per il pagamento dell’assegno di inclusione è un’attività che richiede alcuni passaggi fondamentali, definiti dalla legge che disciplina la misura. Il processo si svolge interamente online e si articola in più fasi, da completare entro i tempi previsti, soprattutto in caso di variazione della situazione familiare o reddituale nel corso dell’anno.

Il primo passo consiste nell’accedere alla piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa), realizzata dal Ministero del Lavoro per facilitare l’inclusione sociale e lavorativa dei beneficiari. L’accesso è possibile tramite credenziali digitali riconosciute:

  • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)
     
  • CIE (Carta di Identità Elettronica)
     
  • CNS (Carta Nazionale dei Servizi)
     

All’interno del portale SIISL, il cittadino può verificare automaticamente se il nucleo familiare risponde ai requisiti di residenzacittadinanzareddito richiesti dalla normativa.

Una volta verificata l’idoneità, la domanda per l’assegno di inclusione deve essere inviata tramite il sito dell’INPS, seguendo questi passaggi:

  1. Accesso al portale INPS con SPID, CIE o CNS.
     
  2. Compilazione della richiesta con i dati del nucleo familiare, inclusi i redditi dichiarati nell’ultimo anno fiscale.
     
  3. Verifica automatica da parte dell’INPS delle condizioni previste per la misura.
     
  4. Invio della domanda e ricezione della ricevuta.

     

Dopo pochi giorni, il richiedente riceve un esito preliminare via SMS o email. Se positivo, inizia l’iter di attivazione con la convocazione presso i servizi sociali o i Centri per l’Impiego per le successive attività previste dal programma.

È importante ricordare che ogni variazione rilevante (es. nuova nascita, cambiamento lavorativo, trasferimento) deve essere comunicata tempestivamente, anche nei mesi successivi alla domanda, per evitare la sospensione o la revoca del beneficio.

 

Patto di attivazione digitale 

Dopo l’accoglimento della domanda per l’assegno di inclusione, il richiedente e il nucleo familiare devono sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale (PAD) sulla piattaforma SIISL. Questo passaggio, previsto dalla legge, è essenziale per avviare l’erogazione del beneficio.

Il PAD prevede tre attività obbligatorie per i soggetti attivabili:

  • dichiarare l’immediata disponibilità al lavoro;

     
  • caricare il curriculum vitae;

     
  • selezionare almeno tre agenzie per il lavoro.

     

La sottoscrizione deve avvenire entro pochi giorni dalla conferma della domanda, per evitare ritardi nei pagamenti.

Grazie a una recente variazione, i servizi sociali possono ora comunicare all’INPS l’attribuzione del carico di cura tramite il sistema GePI, senza necessità di inviare il modello ADI-Com esteso. Questa semplificazione segue la valutazione multidimensionale o eventuali modifiche intervenute nei mesi successivi.

Attenzione: in caso di svolgimento di un’attività lavorativa (dipendente, autonoma o d’impresa), è obbligatorio presentare:

  • il modello ADI COM/RIDOTTO se l’attività è iniziata dopo il 1° gennaio dell’anno di riferimento dell’ISEE e prima della domanda;

     
  • il modello ADI COM/ESTESO se l’attività comincia durante l’erogazione dell’assegno di inclusione.

     

Questi adempimenti sono indispensabili per garantire la regolarità del beneficio.

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